IL mio Vesuvio

Sei il Signore della pazienza

ed il mondo intero dovrebbe imitarti.

Per la scienza “dormi”

ma da napoletana amo pensare che “resisti”.

Hai lineamenti gentili per un’energia potente e minacciosa,

nelle tue viscere , direbbero gli antichi romani,

si fondono, come creme, i metalli del fabbro Efesto.

Ti abita l’inferno

eppure è il mare a farti da radice…

Hai cumuli di lapilli di tefra sulla schiena,

sentieri di lava nera serpeggiano velenosi per il tuo dorso

eppure della leopardiana ginestra sei il cortile.

La tua natura non versa bocconi di lava come latte dalle labbra di un neonato

ma esplode, brucia, distrugge, annienta…

Sbuffi nuvole di morte

ma ispiri pace e poesie.

Non ho paura di viverti accanto.

Il mio Vesuvio …

Concetta Cordua (Tina)

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